Kirill, il patriarca russo è un uomo fondamentale per Putin e il Cremlino.
Grazie al veto di Orbàn, che fa gli interessi russi in Unione europea, Kirill è stato escluso dalle sanzioni e Mosca ha ottenuto ciò che voleva. Il patriarca di Mosca non è un oligarca qualsiasi che può essere sanzionato. Kirill è il patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
Dal 2009, anno della sua elezione, Kirill è stato sempre più un uomo di potere con un peso politico ben specifico, molto legato al presidente Putin. Il patriarca infatti lo ha appoggiato in tutte le sue folli incursioni oltreconfine. Kirill ha così messo la chiesa ortodossa di Mosca al servizio di Putin in barba alla separazione tra potere religioso e temporale. Ripristinando così il concetto bizantino di “symphonia” dove chiesa e stato si completavano.
Per Kirill, Putin è “un miracolo di Dio” dopo la crisi post-sovietica degli anni 90. Per questo, ogni guerra di Putin era una “guerra santa”. Anche le offensive in Siria e la guerra in Ucraina, sono guerre sante, crociate contro le “forze del male”, ovvero tutti i paesi ostili alla Russia e alla dittatura di Putin. Il patriarca di Kiev aveva detto che Kirill è più che un uomo religioso e di chiesa, un funzionario del governo, un politico del Cremlino.
Il patriarca di Mosca benedice la guerra in Ucraina e Putin
Il patriarca, inoltre, non ha una carriera molto pulita alle spalle tanto che in passato era soprannominato “metropolita del tabacco” perché commerciava sigarette di contrabbando approfittando delle esenzioni fiscali ecclesiali. Le ricchezze di Kirill accumulate nel tempo sono pari a quelle di un ricco oligarca e spesso guadagnate illecitamente. Tra sfoggio di lusso e party sugli yacht, Kirill si mostra tutt’altro che un uomo di Dio.
Ultra conservatore e ultra nazionalista si è sempre scagliato contro le nozze gay come un “segnale dell’Apocalisse”. Ha aiutato più volte il Cremlino a frenare una spinta progressista e liberale del paese cercando di tenere a bada i fedeli inducendoli a non protestare e non ribellarsi al governo di Putin. Tra i due corrono le stesse idee, considerano entrambi Bielorussia e Ucraina paesi che dovrebbero stare sotto l’egida di Mosca ma con Kiev capitale spirituale perché è lì che ha origine la civiltà russa. Un progetto insano che mina l’autorità e l’indipendenza dell’Ucraina ma è ciò a cui mirano in realtà Putin e Kirill nella loro guerra santa. Inoltre, il patriarca ha benedetto Putin a restare, per volere di Dio, al potere fino al 2036.